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giovedì 11 ottobre 2012

Quando Neruda ti toglie le parole di bocca...

Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.

Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Ancora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.

Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda atroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perché esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perché esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.
E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco.
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lunedì 17 settembre 2012

Ehilà

Sì lo so anche da sola che sono stata lontana da questo posto anche troppo a lungo. Il fatto è che ultimamente ho più bisogno di riflettere nella mia testolina bacata piuttosto che in un luogo "pubblico" come un blog. E da qui la mia assenza.
Il problema è che la vita cambia. Caspita se cambia. La marea in confronto è un cippalippa. E io non mi so adattare ai cambiamenti, o in ogni caso non ho piùvoglia di farlo... Dovrei contattare un analista coi controcoglioni per capirlo.
Insomma, sto aspettando pazientemente che la corrente si plachi, che le persone rallentino invece di farsi inseguire, e che io riesca a ritrovare la pace (psicofisica) per spaccare il culo a tutti.

Buonaotte a tutti.
Con affetto
Viola
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martedì 5 giugno 2012

Glu Glu Glu

Avete presente quando, mentre vi state addormentando, vi sentite cadere anche se ve ne state buoni buoni sul materasso? Ecco. Immaginate quel momento, lungo mesi. Io mi sento così, come se non avessi niente su cui appoggiarmi per rimanere in piedi, come se il pavimento sotto ai miei piedi si trasformasse in un oceano in burrasca. Rimanere a galla, impedendo a qualsiasi agente esterno di affogarmi, è estremamente faticoso. Ma necessario.
Anche questo periodo finirà, ne sono certa, e per ora mi limito a rimanere in apnea e tirare due bracciate quando posso o quando ne ho le forze per provare di raggiungere la riva. Ma cacchio, vorrei così tanto un gommone!
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martedì 21 febbraio 2012

Dialoghi tra nonna e nipote

RAGAZZE IN ETA' DA MATRIMONIO

Nonna: O icchè t'hai compraho, degli attri cenci?
Viola: No nonna, sono solo vestiti.
N: Eh ma insomma, tunn'hai già troppi di hodesti cenci. C'hai huasi trent'anni, dovresti hominciare a cercarti un fidanzatino. Sei in età da matrimonio!!
V: ...

Giusto per la cronaca: ho compiuto 22 anni da due mesi...
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lunedì 13 febbraio 2012

In farmacia

Per me andare in farmacia è una tortura, proprio come dover fare un salto veloce alla coop di domenica mattina e trovare il mondo lì riunito. E' più forte di me, in farmacia ci vado il meno possibile, e faccio eccezioni solo se un mio parente stretto sanguina copiosamente dalla testa.
Non c'è niente da fare, qualsiasi sia l'ora in cui decidi che forse è il momento buono per andare in farmacia, trovi sempre il vecchino di turno che blocca un farmacista per tutto il tempo in cui tu e tutti gli altri clienti vi fate servire dal secondo farmacista. Che poi, perchè non si segnano prima le medicine da prendere, lo sanno solo i vecchi. E' inutile che arrivi alla cassa col numerino in mano (tra l'altro ho anche avuto il piacere di incontrare vecchi che nonostante avessero il numero dopo al mio, mi son voluti passare comunque davanti senza nemmeno chiedere se potevano, ma vabbè) se poi non sai il nome del medicinale che ti occorre.

Vecchino: "Buongiorno. Senta, io ho bisogno delle medicine he prendo sempre"
Farmacista: "Quali sarebbero? Ha la ricetta?"
Vecchino: "No no, un c'è miha bisogno della ricetta! Le sono in una scatola gialla"
Farmacista: "Sì, ma ce ne sono molti di medicinali hon la scatola gialla. Mi sa dire il nome?"
Vecchino: "Mah. Un lo so miha. Le sono pe' dolori de' vecchi"
Farmacista: "Signore mi è ancora troppo sul vago. Proprio non se ne rihorda?"
Vecchino: "Le c'hanno la scatola gialla, le diho!"

Vabbè... che poi, per fortuna, a volte capitano delle scene talmente divertenti che per non scoppiare a ridere devi cominciare a pensare alle scene più deprimenti viste in film come il Titanic. E ovviamente finisce sempre che mentre il (santo) farmacista serve il vecchino, l'altro deve servire le altre quindici persone in coda, e alla fine ti ritrovi a uscire dalla farmacia insieme al vecchino... Comincerò a fabbricare medicinali a casa mia, non c'è altra soluzione. 


[Altra categoria di vecchi in farmacia che odio: quelli che stanno ad aspettare il proprio turno nel metro quadro in cui dovrei stare io a conversare col farmacista delle mie cose.
Ma magari ho bisogno di parlargli di herpes, infezioni varie, diarrea o comunque di cose che voglio restino tra me e lui. Tu che cazzo vuoi, curiosone?]
 

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