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venerdì 30 dicembre 2011

Sono profondamente disordinata, e me lo dico anche da sola

Oggi m'è preso lo schizzo e mi son messa a riorganizzare le mie carte, cioè tutto ciò che ho scritto su carta e che poi ho accumulato negli anni (negli ultimi 8 anni, per l'esattezza). Dato che quando andavo a ricercare alcuni appunti non riuscivo quasi mai a ritrovarli mi son messa a fare la conta di ciò che avevo accumulato, e questo è il risultato:
- fogli volanti vari (di cui molti erano inutili): 30
- idee per nuove storie: 27
- fogli che ho strappato: 15
- appunti seri che ho successivamente messo da parte: 14
- fogli stampati: 33
- cartine o disegni vari: 8
- quaderni: 7
La prossima volta che mi viene un attacco per l'ordine come questo, riorganizzo le mie carte nel pc. Ma sospetto ci vorranno giorni...
Ora, lo so che non sono il genio dell'ordine e che entro breve sono sicura di tornare alla catastrofica situazione iniziale, ma almeno oggi, con un po' di ordine intorno, ho compiccito qualcosina. Finalmente!
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domenica 4 dicembre 2011

E son 22

E' stato a dir poco un anno strano, e questa giornata ancora di più. Ho ricevuto gli auguri da persone che ho perso di vista da chissà quanto tempo, da gente che vedo ogni giorno e che me li hanno ripetuti decine di volte nell'arco di queste ultime 24 ore, da quelli che abitano in un continente diverso dal mio, da chi non conosco, da chi sotto sotto non mi sopporta ma mi ha comunque fatto gli auguri per una questione di buona educazione. Ho ricevuto gli ultimi auguri che mi sarei mai aspettata di ricevere, e non sono mai arrivati quelli che volevo più ardentemente.
E' un periodo strano, e solo oggi mi sono resa conto di cosa mi manca in realtà: la serenità. Il bello è che so anche cosa mi ci allontana, ma non ho il coraggio di prendere il toro per le corna e farmi valere. E' come avere un vasetto da 10 kg di nutella sullo scaffale più alto della cucina, e non avere niente per raggiungerlo.
Cavolo... Ma alla fine l'importante è cercare comunque un modo per poter affondare la mano nel vasetto di Nutella, no?
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martedì 12 luglio 2011

Dialoghi tra nonna e nipote

 ASPETTANDO LA CONSEGNA DEI FORNELLI NUOVI

Interno casa, ore 10:45.

Viola: Nonnaaaaaa! L'hai svotata la cucina? 
Nonna: Eh?
V: Che l'hai svotata la cucina?
N: Si! Perchè?
V: Stamani vengono gli omini a portare via i fornelli vecchi per mettere quelli novi... (apro l'armadietto accanto ai fornelli, e ci trovo dentro di tutto) Nonna questa cucina deve essere vòta quando arrivano!
N: E allora svotala... Ma che l'avete già pagata?
V: Da un di'...
Intanto comincio a togliere tutto il casino che puo' regnare in una cucina ormai in disuso, e quando arrivo a tirare fuori il marchingegno alieno che la Nonna aveva costruito per non so quale scopo preciso, mi guarda e mi dice
N: Eeeh hai visto icchè un mi sono inventata per far stare le bottiglie dell'olio rialzahe? Eeeh povera cucina, l'è durata tanti anni prima che la rompeste voi.
V: Ovvio.
N: Eeeh ma ora he portano huella nova, questa vecchia indò la si mette?
V: La pigliano loro e la smantellano.
N: Eh sìe la smantellano... la rimettano e la rivendano, te lo dico io!
Rapido sguardo alla cucina: fabbricata approssimativamente nel 1960, il suddetto attrezzo domestico ha il forno con le resistenze. Rotte. Ha quattro fornelli. Di cui uno rotto e a rischio fuga di gas. Ha due piastre centrali. Che non funzionano. Una manopola per l'accensione dei fornelli è attaccata con lo scotch, in generale è completamente disfatta, quasi cade a pezzi, e infatti la cucina la teniamo insieme con lo scotch... Se venisse qualcuno a fare un controllo per la regolarità degli elettrodomestici ci arresterebbe.
V: Eh sì, è un peccato davvero che di cucine nuove non se ne vendano più... Ora per fortuna va di moda il vintage, con quell'allure di usato che rende una cucina così "vissuta"...
N: O icchè tu dici?
V: Nulla, parlo da sola.
N: Ma l'avete già pagaha la hucina nova?
V: Si', vengono solo a installarla.
N: E questa se la portano via loro, eh?
V:Sì, e poi la rivendono...
Passano 5 minuti, intanto mi son seduta al tavolo per bere un caffè. Improvvisamente la Nonna mi si avvicina di soppiatto (quasi spaventandomi a morte).
N: Ma che l'avehe già pagaha la hucina nova?

Il monologo continua alle 11:30, mentre siamo sempre ad aspettare gli omini con la cucina nuova.
Nonna: Accidenti a i' diaolo dell'inferno. Ora ci manca solo che non vengano, dopo che s'è svotaho tutto! Tanto son capaci a non venire, sai! Tanto lo so io che si va a cambiare in peggio... Se l'era per me si teneva huella vecchia e si faceva con quella! Acidenti a chi ce li porta.

5 minuti dopo.
Nonna: Accidenti a chi ce li porta.
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martedì 15 febbraio 2011

Sane (mica tanto) vecchie abitudini

L'ultimo periodo che ho passato a Parigi è stato degno di un vero e proprio vampiro: dormivo di giorno, stavo sveglia di notte. Tutto cio' era causato dal semplice fatto che con lo sciopero dei docenti, e con gli studenti  che formavano veri e propri muri umani davanti alle porte delle facoltà, mi ritrovavo ad avere 24 ore libere al giorno. A parte qualche testo e libro da leggere non avevo molto altro da fare, e dopo aver fatto 5 volte il giro dei musei (fu leggendario il mio persistere nel tentare di visitare il Musée d'Orsay, miseramente fallito quattro volte se non erro), cominciai prima a stare sveglia fino a molto tardi, e poi a non dormire affatto la notte. 
Ecco. Torniamo ai giorni nostri. Ieri notte ho accarezzato nuovamente la bellissima idea di non dormire la notte. Quindi, mi sa tanto che è giunto il momento di trovare un nuovo lavoro... E il fatto che io stia scrivendo tutto cio' alle 04:16 di mattina, ne è una prova inconfutabile.
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lunedì 17 gennaio 2011

Veronika decide di morire

Sottotitolo: è da 2 settimane che scrivo questa recensione...

Un libro regalato da un amico è una cosa molto particolare, soprattutto se è un regalo che cela un significato speciale per quella persona. "Veronika decide di morire" è uno di quei libri, e mi è stato regalato da un'amica per trasmettermi un messaggio, appunto. Forse ho colto molto più di quello che voleva farmi capire lei, vedendo molto di me nella protagonista... chi lo sa.
Veronika è una ragazza che dalla vita ha avuto tutto, o quasi. Essendo una bellissima ragazza le basta uscire di casa per trovarsi il compagno di una notte, ha un lavoro fisso che le permette di avere uno stipendio regolare, e due genitori che pur di non farla soffrire si costringono a non divorziare dimostrando tutto il loro amore all'unica figlia. Eppure... Veronika sente che manca qualcosa. Quel qualcosa è la voglia di vivere. E' così che finisce chiusa in camera sua, da sola, imbottita di pasticche. Vuole morire ed è più che decisa a lasciare questo mondo. Ma qualcosa va storto, forse qualcuno è entrato in camera e ha chiamato i soccorsi, e Veronika non muore. Si risveglia dopo una settimana di coma a Villette, il manicomio di Lubiana. E' incatenata al letto, con tubicini che le escono da ogni dove, e la prima cosa che vede sono due dottori che la stanno visitando. Il tentato suicidio non l'ha portata a morire, ma ben presto succederà ugualmente, dato che il suo cuore non ha retto alla forte dose di medicinali, e si fermerà presto.
Il Caso, il Fato, Dio... insomma chiamatelo come volete, ha deciso che questo libro mi fosse regalato poco prima della scomparsa di un amico. L'interruzione improvvisa di una vita, anche se dopo anni di malattia, mi ha aiutata a capire, finalmente in modo indelebile, che sono precaria. Potrei sbattere la testa inciampando da qualche parte e morire sul colpo, potrei uscire con le amiche e fare un frontale con un tir, potrei essere colpita da un fulmine e morire... Insomma, le opzioni sono così tante che davvero non vale la pena elencarle tutte. Certo la consapevolezza di essere mortale ce l'ho sempre avuta, ovviamente. Però non saprei, forse noi giovani ci sentiamo eterni comunque, rimandiamo tutto a domani o a fra 10 anni con la convinzione di poter fare qualsiasi cosa nel momento esatto in cui la vorremo fare. Così non è. Giusto questa è stata la mia nuova consapevolezza. Sarà una consapevolezza stupida, ma spero mi torni utile tutte le volte in cui penserò di rimandare qualcosa di importante, o quando penserò di non fare una cosa che invece vorrei fare solo perchè "no dai, questo non si fa". Bisogna essere più pazzi, ecco.
E allora, tornando a parlare del libro, ho imparato la lezione: "
La consapevolezza della morte ci incoraggia a vivere".
Voto: 20/20. Bel libro, la storia è interessante e la protagonista un personaggio complessato al punto giusto (cioè non fino a far complessare il lettore stesso), e la scrittura è scorrevolissima. Lo consiglio a tutti!
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martedì 11 gennaio 2011

Gli Ultimi Eroi

Che dire... Degna conclusione, questo è certo, e non solo diella trilogia, ma in generale. Sì perchè un libro così lo volevo leggere fin dai tempi di Nihal, quando rimasi un po' delusa dalla fine di quella trilogia. O dal destino riservato a Dubhe, che non mi è mai sembrato adatto a lei. Questa volta invece, un finale così non me l'aspettavo, lo ammetto. Ma cominciamo dall'inizio. 
Adhara, in seguito al combattimento con Amhal, viene catapultata nelle Terre Ignote dove raggiunge il nascondiglio degli elfi ribelli a Kryss, guidati da Shyra, una temibile guerriera alla ricerca della gemella Lhyr, potente sacerdotessa rapita e imprigionata da Kryss. Solo dopo averla ritrovata e liberata, Adhara può attraversare il portale che la riporterà nel Mondo Emerso.
Nel frattempo il medaglione attorno al collo di Amhal comincia pian piano ad impossessarsi anche della sua carne, oltre che alla sua mente. Come Adhara, era stato portato nelle Terre Ignote dalle quali riesce però ad andarsene in fretta, ma non prima che il medaglione cominci a perdere potere, lasciando così che il dubbio e il rimorso si insinuino di nuovo in lui.
Al ritorno di Amhal nel Mondo Emerso, Kryss può finalmente usare la sua arma più potente e piegare così la Terra del Vento alla sua volontà, facendo tremare di terrore i sopravvissuti. Non sono poche le peripezie che nel frattempo deve affrontare Adhara, e un lungo percorso la porta a impossessarsi del Pugnale di Phenor, l'unica arma che può permetterle di strappare il medaglione dal petto di Amhal per farlo tornare come era il giorno in cui si sono conosciuti. L'occasione le si presenta poco tempo dopo a Nuova Enawar, durante un attacco guidato da Kryss col solo scopo di distruggere la città.
Grazie all'aiuto di Shyra, giunta nel Mondo Emerso col solo scopo di aiutare Adhara, riesce a scontrarsi da sola contro l'uomo che ama, dando vita a un duello sofferto, ma inevitabile. 
Non vado oltre, perchè finirei col rivelare troppo. 
La scrittura è più che scorrevole, come al solito, i personaggi intensi, complicati, tormentati, perseguitati dalle tenebre di un destino che non vogliono accettare ma che non smette mai di rincorrerli. L'atmosfera cupa rende tutto più carico d'ansia, ad ogni pagina si respira la morte che invade tutto e tutti, e la storia d'amore impossibile non ha una conclusione banale. Bellissima davvero anche la copertina, e questo non potevo non dirlo.
Insomma, giusto per tornare ai miei vecchi metodi di votazione, questo libro si merita un bel 19/20 perchè non è perfetto... ma non merita nemmeno un voto inferiore a questo.


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martedì 4 gennaio 2011

Perchè scrivere

Proprio oggi, su La Repubblica è uscito questo articolo. Una manciata di autori hanno cercato di spiegare perchè scrivono. La diversità tra una risposta e l'altra è molto ampia, alcuni rispondono con un piccolo discorso altri con una frase secca. Quando la stessa domanda mi è stata fatta (ma da un'altra scrittrice mia amica) ho risposto così:
"Mi è piaciuta molto una risposta di non mi ricordo quale scrittore, che si avvicina molto alla mia. E cioè "per vivere le vite altrui". E anche perchè scrivendo riesco a vedere davanti a me, letteralmente, quello che immagino, e posso diventare chiunque, senza infrangere nessuna legge o senza nessun divieto morale.
E' una libertà. E' anche un modo per esorcizzare le immagini che mi frullano nel cervello... gli incubi che faccio... Insomma, è complicato. Anche se ho smesso di "scrivere attivamente", continuo comunque a prendere appunti, a costruire trame, a pensare a come fare per affrontare generi diversi... E' come costruire un muro mattone dopo mattone contro cui battere ripetutamente la testa per poterlo demolire per poter passare al muro successivo."
 

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Violite Acuta
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